Riletture e ricostruzioni. Percorsi inediti per dar voce ad un racconto sull’attualità e sull’io. Un’esperienza che si accompagna ai valori di tutti i giorni, a quelle convinzioni maturate passo dopo passo in sintonia con il paesaggio, le persone, le cose.
La storia di Diego Astori, artista nato a Rovato (BS), è un tendere continuo al proprio mondo con forza dell’istinto ma anche della ragione, visitarlo dall’esterno, dominarlo con lo sguardo e riscoprire di farne inevitabilmente parte. Astori ha l’arma dell’espressività e con essa può divenire demiurgo d’eccezione. E può anche scegliere come muoversi. Gli interpreti del suo sogno sono gli stessi componenti della realtà. Egli attinge da essa per fornire al suo pubblico un’interpretazione fatta di messaggi e sensazioni. E’ un’operazione di distacco e riavvicinamento. E se Astori rimane il regista, a fare da attori di questi nuovi scenari sono chiamati gli stessi protagonisti del mondo reale, gli oggetti con cui l’artista si confronta nella quotidianità.
Astori, nella sua attività di pittore, privilegia materiali di recupero, dando voce ad una spontaneità d’azione che lo riporta alla sfera del suo inconscio, al rincorrersi dei suoi pensieri.
Il suo occhio si posa sull’oggi svelando i temi della contemporaneità e le loro frequenti contraddizioni, ma anche rimestando sensazioni già vissute per farne nuova occasione di confronto.
Ogni artista ha il suo modo di raccontare e Astori ne ha eletto uno impregnato di parallelismi.
La sua arte materica è costante monito di attaccamento alle origini, al territorio, alle presenze più consuete. Rimane poi lo sguardo vigile sulle dinamiche dell’ambiente, sull’obiettivo del riciclo. Recuperare vuol dire rivalorizzare, riorientare, inventare un universo che è copia di quello esistente ma sopratutto specchio delle sue debolezze. Le stesse tecniche e gli stessi materiali vengono utilizzati anche per la creazione di lampade e altri accessori d’arredo, che completano il percorso creativo dell’artista.
Stefania Vitale